La Bella Addormentata nel Bosco

La storia
Aurora sarebbe dovuta morire a causa della maledizione di Malefica, la strega cattiva ed invidiosa. Invece per intercessione di Flora, Fauna e Serenella, la maledizione di morte si è stemperata, convertendosi in un sonno dal quale Aurora si sarebbe potuta svegliare grazie al bacio di un principe innamorato di lei, disposto ad affrontare per lei Malefica stessa, nelle spoglie di un terribile drago.

L’anima congelata e l’alleanza con la natura
Possiamo leggere la storia della bella addormentata nel bosco come una metafora dell’anima umana, destinata al sonno ed all’immobilità dei tempi infiniti dell’incantesimo, ma che già dal suo nome (Aurora, la nascita del Sole) fa presagire ad un riscatto, ad una rinascita.

Quel “patteggiamento” sulla sua morte e la permuta con una limitazione (il sonno) per opera di tre fatine (Serenella, Flora e Fauna!) ci ricorda che è vero che l’anima umana è in sonno, ma che ha al contempo i suoi forti e potenti alleati, nel mondo della natura e delle forze sottili.

Il Maschile ed il Femminile
La separazione tra il maschile e femminile all’interno dell’anima stessa, pegno dell’incarnazione nel mondo delle forme, è condizione che va ricomposta affinché l’anima possa rompere l’incantesimo ed essere riportata nel flusso dell’esistenza, ed è proprio il bacio del principe che richiama Aurora alla vita.

Quel bacio va conquistato lottando duramente contro una bestia feroce, il drago delle nostre paure, delle nostre false credenze e dei nostri irretimenti. Ed è la parte attiva, maschile, volitiva di Aurora stessa che si mette in gioco ed accetta la battaglia col nemico, sostenuta dalla forza dell’amore che la parte femminile, immobile, emana.

Limite ed opportunità
E c’è fiducia nel fatto che la limitazione imposta dall’incantesimo porti con sé anche la chiave della sua soluzione, che una soluzione, come detto dalle tre fate, ci sia, dietro quell’immobilità che parla solo di morte.

Come dire, se l’Anima ha scelto una strategia per tornare alla vita, allora è necessario fidarsi del fatto che quella, proprio quella è la strada che porta alla meta e non una divagazione.

Fuori dal nascondiglio e dal paradiso
Nella storia si racconta che per evitare che Aurora toccasse un fuso, fu mandata a vivere nel profondo della foresta insieme alle tre fate, e che per occultare il nascondiglio esse non usarono mai la magia, onde evitare di disperdere nell’aria quella “polvere fatata” che si produce quando i poteri sono esercitati. La condizione coatta dura fino quasi alla fine del tempo in cui la minaccia di morte si può concretizzare, ma proprio a poche ore dal traguardo della maggior età, ecco che le fate usano i loro poteri per confezionarle un abito stupendo.

Il corvo di Malefica avvista la polvere fatata tra le chiome degli alberi della selva ed ecco che tutto si rimette in gioco. Il male irrompe e la battaglia inizia, dando però anche l’opportunità ai protagonisti di riscattarsi, guadagnandosi un’esistenza “alla luce del sole”, fuori dal nascondiglio della selva, un’esistenza, quindi, di un livello più elevato. Scegliere la strada del libero arbitrio implica necessariamente (ed Eva lo sa bene) accettare di assumere su di sé la limitazione come opportunità evolutiva. Ed Eva, come rappresentante insieme ad Adamo del genere umano, non lo fa a titolo personale, ma lo fa per tutti noi.

Malattia e Guarigione
Sembrerebbe che la funzione della malattia, che si esprime qui con l’incantesimo del sonno e dell’immobilità, sia quella di mostrare la cura e di spingere la vicenda ad un livello più alto, come se la caduta dentro la malattia fosse una rincorsa, un “caricamento di fionda” per un lancio più ambizioso. Il principio del Bene, frammentato al suo interno (divisione tra maschile e femminile) trova, attraverso la limitazione un’opportunità per compiere un salto evolutivo attraverso un principio di amore, vicinanza ed empatia. Se Aurora morirà (il Femminile cosmico) non ci sarà più alcuna possibilità di fondersi con il principio Maschile cosmico e di essere Uno. Questa minaccia è stimolo per sferrare l’attacco finale e garantire le condizioni per una riconquista dell’integrità perduta, questa volta senza l’insidia dell’ombra, senza la paura di perdere tutto.

 

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